Mérimée ha ventisette anni quando, per dimenticare una pena d'amore, intraprende il suo primo viaggio in Spagna, che è anche il suo primo viaggio in assoluto. E il 27 giugno 1830. Parte da Irun in direzione di Madrid, fa sosta a Vitoria e a Burgos, poi va in Andalusia, a Cordoba e Siviglia.
Fa anche un'escursione — un trekking diremmo oggi — attraverso la Sierra de Ronda, andando da Malaga a Granada a dorso di mulo. Termina il viaggio a Cadice e Algeciras. É il primo degli scrittori francesi di epoca romantica che visita questo paese.
In quegli anni, l'impraticabilità delle strade, la scomodità dei mezzi di trasporto, la bassa qualità degli alberghi e il magro cibo erano condizioni che non incoraggiavano a percorrerlo, ma lui ci tornerà altre sei volte.
Le prime quattro lettere, pubblicate fra il gennaio 1831 e il dicembre 1833, sono indirizzate al direttore de La Revue de Paris.
La prima è sulla corrida, lo spettacolo dal cerimoniale vistoso, nel quale si manifestano il costume e l'anima spagnola e la cui origine risale forse all'antichità classica, quando combattimenti analoghi erano assai popolari. La seconda, la terza e la quarta lettera sono una testimonianza di quanto fosse forte in lui il gusto per i temperamenti selvaggi, forti, fuori del comune, accentuata la sua curiosità verso i costumi di altri popoli, l'amore per il colore locale, l'ammirazione per l'energia e la passione profuse nella vita di tutti i giorni.
La quinta lettera è indirizzata al direttore de L'Artiste ed è la descrizione di una visita al museo di Madrid che, con i suoi Velasquez e Murillo, è "certamente uno dei più ricchi - d'Europa", persino superiore al Louvre "non per il numero di quadri, ma per la loro qualità".